E' un evento che si può ben definire storico la pubblicazione della Carta archeologica della Provincia di Prato - dalla Preistoria all' Età romana -, opera curata da Paola Perazzi e Gabriella Poggesi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la cui realizzazione ha richiesto un impegno distribuito nell’arco di diversi anni e che ha coinvolto varie professionalità e competenze, all'interno e all'esterno della sunnominata Istituzione.
Lo studio, condotto grazie al sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Provincia, è stato presentato il 28 giugno di quest’anno nel salone consiliare della Provincia (palazzo Buonamici); erano presenti, oltre naturalmente le due curatrici, il presidente della Provincia Lamberto Gestri, l'assessore alla Cultura Edoardo Nesi, Andrea Pessina, Soprintendente per i Beni archeologici della Toscana, e Giovannangelo Camporeale, presidente dell'Istituto nazionale di Studi etruschi e italici.
E proprio a quest’ultimo è toccato il compito della presentazione vera e propria dell’opera, compito svolto efficacemente con una estesa ed avvincente esposizione, anche dal punto di vista storico.
Riportiamo dalle “News” del sito della Provincia di Prato del 3 Luglio 2012 :
"Intanto a illustrare la carta archeologica, che finalmente rende giustizia allo straordinario patrimonio di tutto il territorio provinciale grazie al lavoro di Paola Perazzi e Gabriella Poggesi, è stato uno dei numi tutelari dell’archeologia italiana, il professor Giovannangelo Camporeale. Proprio da Camporeale è venuto un nuovo, rilevante, riconoscimento per Gonfienti, come decisivo e potente (anche perché ricco dei pedaggi che venivano pagati) centro etrusco di collegamento negli spostamenti di persone e merci dall’Italia centrale a quella settentrionale. L’etruscologo ha messo in evidenza “il filo rosso”, documentato dalle contaminazioni con gli arredi delle tombe del Carmignanese e con resti di vasi, che collega Prato all’area volterrana. In questo quadro, secondo il soprintendente regionale Pessina, la carta archeologica costituisce “una rivelazione e un trampolino di lancio verso la nuova avventura dell’archeologia pratese, un seme gettato da far fruttificare tutti insieme”.
(Per riascoltare la presentazione della Carta archeologica dalla voce del professor Giovannangelo Camporeale, clicca qui)
Per quanto riguarda l’aspetto prettamente tecnico dell’opera, citiamo dalle News del 26 Giugno dell’ “Istituto italiano di Preistoria e Protostoria” :
"La Carta Archeologica della Provincia di Prato dalla preistoria all’età romana” costituisce uno strumento di conoscenza della realtà archeologica del territorio pratese aggiornato al 2011, che coniuga le esigenze della tutela dei beni archeologici con quelle della valorizzazione. Il progetto, condiviso fin dall’inizio e finanziato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e dalla Provincia di Prato, ha previsto un impegno pluriennale da parte di una équipe composta da due archeologi ed un topografo, diretti dai curatori del volume. I risultati della ricerca potranno essere facilmente utilizzati anche dalle Amministrazioni locali, per la pianificazione dello sviluppo del territorio e per una auspicabile valorizzazione culturale delle conoscenze più significative. Il repertorio delle presenze ordinato per Comuni, è corredato da cartografia su base CTR sia a stampa che informatizzata: otto carte georeferenziate, comprendenti un foglio d’insieme 1:50.000 con indicazione delle presenze archeologiche, delle relative fasce di rischio e delle aree vincolate , con alcuni ingrandimenti per le zone a maggiore densità di presenze; 7 fogli in scala 1:25.000 per ciascun Comune. Il corredo cartografico è consultabile in formato digitale nel CD allegato (formato PDF)".
Ed ancora dalle News della Provincia di Prato :
“Nella Carta, pubblicata con l’impegno anche finanziario dell’assessorato alla Cultura della Provincia, confluiscono anni di ricerche, studi e segnalazioni. L'opera, circa seicento pagine arricchite da un esauriente apparato cartografico, mette a fuoco il territorio di Prato, ma consente anche di guardare oltre i confini provinciali, verso le aree transappenniniche, la piana e le colline pistoiesi e fiorentine e il collegamento con la costa tirrenica, riconoscendo dunque al territorio pratese la naturale vocazione di controllo dei transiti e di comunicazione di merci, persone e idee.”
Ma la presentazione della Carta Archeologica è stata anche l’occasione per tornare sulla problematica attuale di Gonfienti, problematica che inevitabilmente è riemersa durante lo spazio concesso alle domande del pubblico (Maurizio Bini, del G.A.O.); ancora dalle “News” :
“Nel corso dell’iniziativa si è parlato anche del futuro di Gonfienti, alla luce dell’intenzione, manifestata dalla società per l'Interporto, di cedere l’area archeologica. “Anche se i terreni dell’area archeologica venissero venduti – ha assicurato il soprintendente Pessina – i vincoli di tutela restano tali e sono rigidissimi”. Non solo: la possibilità di esercitare il diritto di prelazione in fase di vendita potrebbe favorire un intervento pubblico. Certo, c’è da fare i conti con la scarsezza di risorse. Intanto la Provincia – come hanno ricordato Gestri e Nesi – insieme ai diversi Comuni interessati ha candidato il recupero della viabilità di accesso al sito archeologico al riconoscimento di un finanziamento regionale. E grazie a un protocollo d’intesa con la Fondazione Cassa di risparmio vengono messi a disposizione duecentomila euro per l’intervento di messa in sicurezza.”
….. A proposito di Gonfienti – dice Pessina – “vi sono le premesse per la costruzione di un Parco Archeologico o comunque la realizzazione di una mostra che illustri i risultati veramente notevoli di questo scavo.”
Poggesi : “.… lavorare tutti insieme per progettare un vasto Parco Archeologico del Territorio che rendesse conto delle varie realtà ….. ritrovarsi tutti insieme ad un tavolo tecnico, …. la Provincia di Prato, la Regione toscana e il Ministero attraverso la Soprintendenza per pensare a qualcosa di importante, a dare vita ad una parte di Parco, a restituire alla comunità la fruizione dei materiali (di Gonfienti)"
E’ emersa dunque ancora una volta la necessità improrogabile di un Museo cittadino, una mostra permanente che dia possibilità alla popolazione della “fruizione dei materiali" (i reperti degli scavi archeologici); non è più tollerabile che un Pratese, per vedere qualcosa di Gonfienti, sia costretto ad andare a Villa Corsini, nel migliore dei casi.
Ed ancora una volta il nostro gruppo (“l’Offerente”) ripropone una vecchia idea: adibire a Museo del Parco Archeologico di Gonfienti quello che è l’attuale laboratorio di restauro dei reperti stessi: il Mulino Ginori. (vedi anche nel sito alla pag. : I NOSTRI ARTICOLI SUI GIORNALI l’art. “Mostriamo Gonfienti ai bambini”)