La pagina che precede questa era dedicata espressamente alla Necropoli etrusca della Lastruccia, una serie di tombe del IV-III a.c. riportate alla luce in Calvana agli inizi del 2005, il cui ritrovamento fece a suo tempo molto scalpore, sicuramente sull’onda del grande evento dell’archeologia pratese di alcuni anni prima, la scoperta dell’antico sito di Gonfienti.
La notizia superò i confini cittadini, la Soprintendenza investì alcune decine di migliaia di euro per farle tornare ad essere visibili (erano altri tempi), le classificò come tombe etrusche del IV-III secolo a.c., e conferì loro tutti i crismi dell’ufficialità inserendole nel Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana del 2005 (vedi pag.precedente)
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Però ciò che magari non tutti sanno è che l’intera Calvana è disseminata di strutture-tumulo che ricordano quelle della necropoli della Lastruccia, strutture che non godono del riconoscimento formale della Soprintendenza e che sfuggono all’attenzione del visitatore distratto, o perché sepolte dalla vegetazione spontanea o perché talmente danneggiate dall’usura del tempo da essere rese irriconoscibili.
Bene, il nostro intento è quello di far conoscere a chiunque ne sia interessato questa realtà, facendolo partecipare, attraverso una serie di foto scattate in un ampio arco spazio-temporale, ad un immaginario archeo-trekking sui nostri poggi.
Vorremmo però far precedere questa rassegna da una appassionata ed efficace introduzione di Franco Focosi, per far capire al lettore qual è lo spirito che anima le nostre ricerche, e per cercare di trasmettergli , per quanto ci è consentito, un po’ di quel fascino che esercita su di noi la nostra montagna: una presenza forte, preziosa e discreta, sempre a portata di mano, ma sempre disposta a sorprenderci con regali inaspettati.
UN ARKEOITINERARIO SULLA CALVANA
Proprio cosi': son passati ormai abbondantemente piu’ di 10 anni da quando sulla spinta del ritrovamento dell' antica citta' etrusca sul Bisenzio a Gonfienti cominciammo ad esplorare con “occhio diverso” le prime propaggini della Calvana a partire da Pizzidimonte, con la segreta speranza di poter ritrovare anche li' tracce del nostro passato.
Galeotta fu una foto degli anni settanta che scattammo in compagnia del professor Nannicini ,all' epoca professore di latino e italiano al Liceo scientifico Copernico, proprio là sopra Pizzidimonte a Poggio Nucchiale, e che ci immortalava accanto ad un terrapieno intenti a studiare una interessante macia, che il professore sosteneva essere una Tomba Etrusca.
Con questa immagine ben impressa nella mente siam partiti come novelli "Indiana Jones" per la grande avventura.
Questa carrellata di immagini fotografiche nasce dall'esigenza che abbiamo avuto di fare il punto della situazione , dopo questi anni di ricerche e perlustrazioni fatte sia dal Gruppo Archeologico l’Offerente che da altri amici, appassionati del nostro territorio.
Tutte esperienze che ci hanno aiutato ad entrare in un mondo affascinante, ma fino ad allora quasi sconosciuto.
Un saluto e un ringraziamento va a tutti coloro con i quali continuiamo a sentirci e confrontarci, pronti a condividere qualsiasi notizia importante giunga sul fronte delle ricerche.
Nasce cosi’ un archeo trekking disegnato e sviluppato sulla parte pratese della Calvana, accessibile a tutti e che collega tutti i manufatti piu' interessanti che abbiamo rintracciato e reso di nuovo visibili in questi anni di perlustrazioni.
Un modo diverso per camminare attraverso i nostri poggi, che unisce al piacere di stare in mezzo alla natura la bella sensazione di attraversare luoghi ricchi di storia e carichi di energia, luoghi che sono a due passi dalle nostre case ma che hanno la capacita' di trasportarci lontano nel tempo.
Una magia che vale la pena di provare.
Se gli uomini lasciano delle orme è perchè vogliono che si segua la loro via. Orme volontarie, di riaffermazione, orme che confermano, che fanno dubitare, orme che confondono.
Gli uomini lasciano impronte nel suolo e nell'aria.
Queste tracce ci sono e sono intorno a noi, e anche se il tempo le mimetizza o le copre, ogni tanto tentano di riaffiorare per mandare un messaggio a qualche attento sognatore.
Franco Focosi
Il nostro immaginario percorso inizia, come è logico, da una zona pedemontana, zona conosciutissima dalla maggior parte dei Pratesi: il territorio compreso tra la fonte della Rimpolla e S.Cristina (la villa omonima è visibile da gran parte della città).
In quest’area ne abbiamo individuate perlomeno 5, sufficientemente riconoscibili; i nomi che abbiamo usato per distinguerle, queste come tutte le altre, sono nomi di fantasia, e glieli abbiamo dati noi (qualcuno doveva pur farlo .... )
A questo punto ipotizziamo di prendere il sentiero 24, che costeggiando da una posizione piuttosto alta il fianco del poggio in direzione sud ci porta sul crinale e quindi ad incrociare il sentiero n.20, quello che percorre tutta la dorsale della Calvana; poi qui decidiamo di prendere la direzione nord per arrivare alla Casa Rossa, anche questa visibile dalla città, dopo aver oltrepassato la cima del Poggio Bartoli (478 m.).
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Lungo tutto il percorso, naturalmente cercando bene anche nelle zone adiacenti al sentiero principale, via via ne potremmo trovare come minimo altre 5 :
Qui potremmo riprendere il sentiero 24, che fa una specie di anello intorno al Poggio Bartoli, e questa volta, oltrepassato il crinale, passiamo nella zona del versante opposto alla città.
Troviamo quasi subito località S.Anna Vecchia, dove anche qui c’è una struttura :
Poi, camminando un po’, arriviamo al sito della Bucaccia, un arcaico insediamento umano, dove possiamo osservare resti di muraglie, basamenti, canalizzazioni e tracce di antiche strade.
E tumuli, naturalmente :
Sempre seguendo il sentiero, si arriva a Poggio Castiglioni (392 m.), l’estremità meridionale del massiccio della Calvana, e in questa zona si possono trovare altre strutture:
Infine, per concludere la nostra ricognizione della zona sud della Calvana, immaginiamo in prossimità di Casa Castiglioni di lasciare il sentiero 24 per prendere la strada sterrata che scende a Travalle.
Di qui si arriva a Poggio Nucchiale, nel cui territorio si trovano :
E, arrivati nei pressi di Travalle, troviamo :
Volendo ora prendere in considerazione per il nostro scopo la zona nord della Calvana, non possiamo fare a meno di stabilire come base di partenza la salita dei Cappuccini, anche questa zona conosciutissima dai pratesi. Ci sono due possibilità: prendere sulla sinistra la direzione per Filettole, oppure, sempre sulla sinistra, salire più su, ed arrivare alla strada dei Cento Pini. Scegliendo questa seconda opzione, qui troviamo :
Poi possiamo proseguire, sempre in salita, sulla strada asfaltata che porta ai Bifolchi (ora Casa Vieri), dove nei dintorni è possibile trovare:
E un pò più in su, nel territorio che un tempo era denominato Biocciano:
Lasciati i Bifolchi, prendiamo il sentiero 24, in direzione nord; dopo aver incrociato il sentiero 26, quello che da Filettole sale fino a ritrovare il 20, il sentiero del crinale, troviamo sulla sinistra l’indicazione per le Tombe della Lastruccia, che tralasciamo perché trattate nella pag. precedente. Dopo circa 15 min. si arriva a Casa Bastone.
Tumuli nella zona :
A questo punto abbiamo esaurito la ricognizione della parte più alta della Calvana a nord (con una eccezione, il Monte Cagnani, come vedremo dopo).
Per prendere in esame la parte più bassa, bisogna ripartire dalla salita dei Cappuccini, e questa volta prendere la strada che va a Filettole, sempre sulla sinistra.
Passato questo borgo, si passa davanti a villa Gherardi, e nei pressi si possono trovare :
Proseguendo sulla stessa strada troviamo Carteano, con :
La strada prosegue nella stessa direzione col sentiero 40, quello che in seguito si affiancherà al Rio Buti per salire gradatamente ed arrivare fino al Crocicchio di Valibona (617 m.).
Però , prima di incontrare il Rio, passeremo nei pressi del territorio di Canneto, anche questo non privo di strutture :
Infine, se vogliamo completare questa nostra osservazione relativamente alla zona nord della Calvana, dobbiamo riprendere il sentiero 40 e cominciare a salire, fino ad arrivare al Monte Cagnani (750 m.); qui troveremo:
Oltrepassato il Cagnani incroceremo il sentiero 42, che scende dal lato del versante della città, e devieremo verso Faltugnano, nel cui territorio si può osservare:
In ordine di tempo, questo è l’ultimo che abbiamo trovato, e l’abbiamo chiamato Tumulo degli Allori. Purtroppo il suo stato di conservazione non è dei migliori, ma è comunque tuttora riconoscibilissimo. Per raggiungerlo, bisogna fare qualche passo indietro, e tornare nella zona di Carteano; non è molto distante dalla cosiddetta Ghiacciaina.