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Categoria: Archeologia a Prato
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Pubblicato Sabato, 19 Marzo 2022 21: :02
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Scritto da Super User
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C’è una sorgente nei pressi della Villa del Palco, in Calvana, conosciutissima da tutti i Pratesi e particolarmente apprezzata per la qualità delle sue acque; quando ancora non c’erano i fontanelli, era una meta obbligata per chi voleva farsi una scorta della indispensabile bevanda a costo zero, benzina a parte. Per non parlare poi dei camminatori e degli appassionati di trekking che, dopo aver affrontato la salita del Palco, o magari scendendo giù dal poggio, si fermavano e ancora si fermano presso di essa per dissetarsi o per darsi una rinfrescata.
Stiamo parlando, naturalmente, della Fonte Procula, alla cui presenza noi cittadini siamo da sempre abituati dandola quasi per scontata, spesso senza considerare il fatto che anch’essa, come tutte le cose, ha una storia.
Ed’ è una storia che si intreccia con quella di un personaggio, un Santo, da cui detta fonte prende il nome: San Procolo.
Come vedremo, benchè si tratti di un soggetto realmente vissuto, le vicende che lo legano alla fonte di cui si sta parlando rientrano nella categoria della leggenda, come ben ci spiega Iris Origo, scrittice e storica dei primi del ‘900, nella sua biografia di Francesco Datini “IL MERCANTE DI PRATO”:
- Il primo pezzo di terra venuto in possesso di Francesco era in amena posizione. A poche miglia da Prato, su una collina sovrastante il Bisenzio, esisteva una piccola fonte, ("situata in luogo detto il Palco") che offre un bell'esempio del modo in cui si creano le leggende. Le sue acque dovevano possedere proprietà curative, poiché l'8 giugno del 1308 il Consiglio di Prato acquistò per 683 lire e 15 soldi la terra che la circondava per compensare il proprietario del danno sofferto dai suoi alberi e dai suoi vigneti per la moltitudine di persone che andavano ad baineandum in pullis.3) Ma non erano trascorsi trenta anni che già un tabernacolo veniva costruito e si formava la leggenda del martire Proculo che "attraversando con alcuni compagni il territorio di Prato per sfuggire alla persecuzione degli infedeli, con le sue orazioni fece scaturire dalla terra una fonte viva, che da allora si chiama fontana Procula. E molti infermi, bevendo di quell'acqua, sono risanati." 4)
3) Dall’ Archivio Storico Pratese, “la Fonte Procula” di G. Giani. – (Dopo aver cliccato sul Link, sfoglia le pagine e vai alla n° 6)
4) Da un’agiografia di San Proculo esistente nella cattedrale di Prato e citata in una delle 500 lettere del carteggio che Ser Lapo Mazzei (1350-1412) ebbe col Datini, curato e chiosato da Cesare Guasti:
- Così era chiamata la fontana del Palco. In un Martirologio che si conservava nella chiesa cattedrale di Prato, sotto il primo di giugno, stava scritto: Proculus martyr.... transivit cum aliquibus sociis per territorium Prati, fugiens impiorum saevitias, et siti fatigatus miraculose orationibus suis fontem vivum produxisse de terra fertur , qui ab illa hora usque ad hodiernum diem vocatur fons ille et locus Fontana Procula.- Et multi infirmi ex illa aqua bibentes a febri sanantur. E l'iscrizione che ancora vi si legge, dice: Saluberrimum hunc fontem divina spiratione repertum, perchè la polla fu ritrovata nel 1308. Vedi Calendario Pratese, anno V.
Da “Lettere di un notaro a un mercante del secolo XIV” di Lapo Mazzei – pag. 130
Andando poi al “Calendario Pratese”, come lo stesso Guasti ci suggerisce, leggiamo a pag. 176:
- S. Procolo.... passando per il nostro contado per il monte di Filettole, per le sue orazioni vi fece nascere la Fontana Procola, acqua santa e antica, l’anno di N.S. 450, al tempo di p. Leone I e dell’ imperator Massimo. La qual fonte si ritrovò l’anno 1308, come si vede per l’iscrizione delle lettere intagliatevi 1), e con l’arme del nostro Comune. La qual fonte era stata guastata dai medici, siccome era fama per insino a que’ tempi: e molti infermi, per il passato, da molti mali, bevendone sono stati liberati da’ loro mali. ( Dalle antiche scritture del nostro Comune, ritrovate da messer Alessandro Guardini. ) *
- 1) Vi è sempre ed è questa: SALVBERRIMVM HVNC FONTEM — DIVINA SPIRATIONE REPERTVM— AB AN. SAL. MCCCVIII . — DENVO PRATENSIS CIVlTAS — AD COMMVNE BENEFICIVM — AERE PVBLICO — INSTAVRARI MANDAVIT — AN. SAL. MDCCLI.
Dal “Calendario Pratese, anno V” di Cesare Guasti - pag. 176
* (Alessandro di Bartolomeo Guardini è uno studioso pratese vissuto nel 16° sec., dottore di filosofia e medicina, autore di una “Historia di Prato in Toscana”)
Questo non è l’unico accenno che il Guasti fa alla Fonte Procula e al Santo che le ha dato il nome; infatti, sempre nello stesso “Calendario Pratese”, a pag. 158 leggiamo:
- Questi pensieri ho qui premessi, perchè stando io per dire qualche parola intorno al Convento del Palco, mi pare che giovino a spiegarci le ragioni che fecero prescegliere questo luogo alla di lui fondazione. Il colle in- fatti ove risiede , situato com’ è all’ultime falde della Calvana , dove sporgendo verso ponente è quasi ricongiunta con la pianura, distante neppure un miglio da Prato , abbastanza solingo ed ameno , doveva offrire fino ab antico una dimora non meno atta alla preghiera che bella , nè meno conveniente agli studi che al diletto. Esistono antiche tradizioni, ed antiche memorie che ci fanno conoscere lo stato in cui esso trovavasi prima che i Frati Minori pensassero ad acquistarlo. Vecchi ricordi ci narrano , che s. Procolo passando , in fuggire i suoi persecututori, dai monti di Filettole , vi facesse spicciare una sorgente, che venne poscia dispersa. Non so qual valore debba darsi a tali asserzioni, ma è certo che nel 1308 ella esisteva col nome di Fontana Procola, e che in quell’ anno il Comune di Prato cominciò ad averne quella cura che tuttora continua. È probabile che la credenza in quei tempi molto invalsa, che quest’ acqua fosse prodigiosamente ritrovata, e che avesse virtù di risanare gli infermi, facesse nascere il pensiero d’ innalzare in onore di S. Procolo quell’ oratorio, che il Casotti asserisce eretto da un certo Tura di messer Corso da Prato circe il 1350 . Pare che questa chiesetta acquistasse presto una certa importanza, ricavandosi da una lettera testimoniale rilasciata da s. Andrea Corsini al sacerdote Antonio di Michele da Prato…..
Dal “Calendario Pratese”, anno V - pag. 158
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LA QUESTIONE DI SAN PROCOLO (O PROCULO)
Come abbiamo visto, sia Iris Origo che Cesare Guasti (Non so qual valore debba darsi a tali asserzioni ....) considerano leggenda la narrazione secondo cui ci sia questo personaggio all’origine della Fonte Procula, tuttavia ci sono testimonianze certe, esterne a questa vicenda, che attestano come un santo con quel nome sia esistito davvero, in quel contesto storico.
Da Wikipedia apprendiamo che:
- “Procolo (... – Bologna, 304 circa) fu un soldato romano martirizzato a Bologna durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica ......... Procolo sarebbe stato un soldato e un instancabile diffusore del Cristianesimo presso ariani e pagani nella città di Bologna ……. dove fu poi eretta una chiesa in suo onore.”
Renzo Zagnoni, storico contemporaneo, in un suo studio “I RAPPORTI FRA PISTOIA E BOLOGNA NEL MEDIOEVO: IL CULTO DEL MARTIRE BOLOGNESE PROCOLO A PISTOIA” ci rende noto che:
- “Le più antiche attestazioni relative a Procolo risalgono a Vittricio di Rouen che nel De laude sanctorum del 396 ne parla in questo modo: curat Bononiae Proculus, Agricola et heic quoque horum cernimus maiestatem. (Proculo e Agricola curano a Bologna, e anche qui ne osserviamo la maestosità). Ancora Paolino di Nola del 403 in un Carmen ricorda i martiri bolognesi: Vitalem, Agricolam Proculumque Bononia condit / quos iurata fides pietatis in arma vocavit / parque salutiferis textis victoria palmis / corpora transfixos trabalibus inclita clavis. (Bologna custodisce Vitale, Agricola e Procolo/ coloro che la fede promessa con giuramento all’amor di Dio chiamò alle armi/la vittoria coprì con pari palme salvifiche/gli illustri corpi trafitti con chiodi grossi come trave).”
Comunque sia, una cosa è certa: l’esistenza già a partire dall’Alto Medio Evo di un culto ben affermato rivolto a questo San Procolo, circoscritto ad una ben precisa area: le zone di confine tra Emilia e Toscana.
Prova ne sono diversi edifici religiosi intitolati al Santo in questo territorio:
Nel Bolognese un monastero la cui attestazione è dell’anno 1075, e la chiesa della pieve di Sùccida (anno 1057, odierna località Borgo Capanne)
La Cattedrale di Pistoia, in un periodo che va dall’anno 944 al 1020, risulta cointitolata a San Procolo, addirittura in essa nel 1151 fu consacrato un altare dedicato al Santo, presso il quale sono documentate reliquie.
Anche a Firenze, a cominciare dalla seconda metà del secolo XI, esistette una chiesa dedicata a San Procolo, che è citata per la prima volta il 15 gennaio 1065 nelle carte della Badia fiorentina.
Un ringraziamento particolare alla classe 5A della scuola G. PUCCINI e agli insegnanti LAURA GORLA, FABIO PECORARO e QUIRINO BALLETTA per la loro ricerca “LA FONTE PROCULA” che ha dato spunto, anche con l'utilizzo di alcune fonti da loro citate, al presente articolo su questo sito.