....... LA VOCE DELL'ANTICA PIETRA VINCE IL SILENZIO DEI SECOLI …..

Notizie & Attualità

 

 

 

Febbraio 2023


Da "NOTIZIE DI PRATO" del 02.02.2023:


Nel parco di Galceti riportata alla luce un'antica cisterna finora mai comparsa in nessuna mappa


Ritrovata lungo il sentiero 412. Era utilizzata per portare l'acqua a Villa Fiorelli poi, durante la seconda guerra mondiale, come rifugio antiaereo. La scoperta fatta dal gruppo "L'Offerente"

 

 

Nel parco di Galceti, lungo il sentiero 412, è stata riportata alla luce un'antica cisterna, che dapprima è stata utilizzata per portare l'acqua a Villa Fiorelli poi, durante la seconda guerra mondiale, come rifugio antiaereo.
A scoprirla Franco Focosi e Giacomo Fratti del Gruppo archeologico “l'Offerente”, su segnalazione di Riccardo Barni che gestisce la pagina facebook Sentieri di Prato. “Come ogni scoperta – spiegano i due archeologi – è stato un momento emozionante, ci sono voluti due mesi per ripulirla dalle erbacce e dalle piante ma ora è visibile in tutta la sua bellezza”. Una costruzione di 15 metri di larghezza e 8 di altezza che al suo interno conserva una cisterna, simile a quella di Carteano, protetta da una condotto interno a volte. “La cosa più strabiliante – spiega Fratti – è che non c'è traccia di questa struttura in nessun libro o mappa. Siamo riusciti a risalire alla sua funzione di bunker attraverso i ricordi di qualcuno che l'ha utilizzata”.

 

 

Che servisse a portare l'acqua a valle, è chiaro dai condotti e dalla presa d'acqua che entra nella roccia per 9 metri, da dove sgorga ancora un piccolo ruscello quando la falda si alza. “Abbiamo notato anche delle longarine probabilmente servivano per sostenere una pensilina costruita per proteggere le donne che andavano al lavatoio. Ma questa è un'ipotesi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dicembre 2022

In ricordo dell’ Assessore Giuseppe Vannucchi .... (di Maurizio Bini)

 

Ci  ritroviamo qui, su questa pagina, a commemorare un eroe della cultura pratese, un personaggio che pur ricoprendo la carica di assessore, e quindi avendo quotidianamente a che fare con la politica, per tutta la durata del suo mandato non è mai sceso a compromessi, in un epoca in cui il compromesso politico era, come è ancora, all’ordine del giorno.

Mi ricorderò sempre delle battaglie da lui combattute per salvare la città etrusca di Gonfienti dalla cementificazione selvaggia, dei  nostri  incontri in assessorato, delle nostre visite al sito archeologico che stava venendo alla luce, delle nostre partecipazioni a eventi promossi per far conoscere alla cittadinanza la realtà etrusca pratese …

Lo voglio ricordare così, come un vero combattente della Cultura, che ha sempre dato il meglio di sé affinchè  la bellezza, che è patrimonio di tutti, sia veramente alla portata di ognuno di noi, che possa essere in ogni momento oggetto della nostra ammirazione, senza impedimenti.

Per rappresentare al meglio la sua idea della Cultura, e l’insegnamento che ha voluto lasciare a noi, voglio riportare qui di seguito alcune sue citazioni che sono rimaste impresse nella mia mente in modo indelebile:


-          Cultura di vivacità non è soltanto intrattenimento

-          Cultura sono gli stessi suoi muri, i ricordi, i progetti arditi verso il futuro, la sua spiritualità

-          Cultura è partire per lunghi viaggi a diffondere il proprio lavoro, o arrivare qui da terre lontane per trovare lavoro

-          Cultura sono ampi spazi di libertà per i nostri ragazzi e strumenti per diventare qualcuno

-          Cultura è cercare consenso sui valori comuni di bellezza, di lealtà, di grandezza

-          Cultura è garantire a tutti una volta tanto il diritto alla felicità

 

Concludiamo dicendo che insieme a questa persona abbiamo condiviso e ci siamo persi in un sogno; allora eravamo giovani, impavidi e fieri.

Rimane un bel ricordo che nessuno può cancellare, ma che va difeso dall’usura del tempo, e da tramandare con profonda passione.

 

Adesso però vince la commozione ….

 

Si è spenta una luce

 

Ciao  Assessore

 

 

 

 

 

 

 

Settembre 2022

In ricordo del Prof. Sergio  Nannicini ... (di Franco Focosi)


Provare a parlare del Prof.  Nannicini  e del suo impegno nei vari campi in cui è stato presente attivamente è cosa ardua, vuol dire abbracciare tutte le branche del sapere degli ultimi 70 anni concernenti la nostra città  (arte, letteratura storia e musica le sue passioni).

Innanzitutto la scuola, nella quale si è distinto come educatore nei lunghi anni nei vari istituti di Prato,  prima come professore e poi come preside.  Impegnato nelle istituzioni (Seniore della Biblioteca Roncioniana, socio della fondazione Cassa di Risparmio e fra i promotori della Provincia di Prato); attivo da sempre nella  ricerca, lo  studio e la conoscenza diretta del nostro territorio, per la qual cosa lo definirei una vera e propria memoria storica della città, grande sostenitore delle battaglie per la salvaguardia e valorizzazione della storia, cultura e tradizioni della sua Prato in  “Italia Nostra e Gruppo Archeologico Pratese”.

 

Un uomo al servizio della città

Tutto quello che ha lasciato nei testi da lui scritti e nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo è testimonianza del suo impegno nei vari campi ….

Ho avuto  il privilegio di conoscere il professore e le sue particolari doti umane e didattiche per l'insegnamento come suo alunno, al Liceo Scientifico Copernico, nei primi fervidi anni di vita dell' Istituto. Mitiche e da molti studenti ricordate le innovative  passeggiate in Calvana che diventavano vere e proprie lezioni, immersi nella natura; ”Camminare giova alla mente” ripeteva spesso.

 

 

 

Ho continuato anche negli anni seguenti ad incontrare il professore diventandone naturalmente amico. Fra i numerosi interessi a cui si dedicava c’era pure  quello per l'archeologia del territorio, che  ha coltivato fin dagli anni 70 con il gruppo archeologico Pratese;  fu il primo ad asserire la presenza Etrusca nel nostro territorio, cosa che in quegli anni era ritenuta improbabile.  Conservo ancora una foto di quegli anni, scattata durante una gita sul poggio Castiglioni dove il professore ci indicava la probabile tomba fra le antiche muraglie presenti.

La scoperta della città Etrusca sul Bisenzio a Gonfienti nel 1997 avvalorava tutte le sue tesi, e zittiva definitivamente tutti coloro che lo ritenevano un visionario. Ha continuato poi negli anni a seguire le varie ricerche,  sviluppate anche dal G.A.O. ( Gruppo Archeologico L’ Offerente) nato dalle ceneri del precedente gruppo, dando sempre consigli e spunti per nuove indagini,  e fin da ultimo si è interessato e ha sostenuto le nostre ricerche.

Mi piace riportare una sua mail che mi mandò nel 2005 quando, sulla scia della scoperta di Gonfienti Etrusca, cominciammo  con il suo aiuto la ricerca di tumuli in tutta la Calvana, fino a quando fu ritrovata la necropoli etrusca della Lastruccia in località “La Pozza”.  Dalla mail scritta con il suo caratteristico e particolare linguaggio aulico si capisce quanto grande fosse la passione per l’argomento, e quanto l’educatore fosse presente nell’incoraggiare e spronare alla curiosità e alla ricerca:

  • “Il quid della vostra esplorazione, cari amici, è senza dubbio il ripensamento tra l’entusiasmo atteso e la perplessità calcolata, come avviene in ogni lettura autentica, e quindi anche in archeologia; codesta passione, partecipe in egual misura del paesaggio naturale e della nascosta opera umana, coincide del resto anche con il mio interesse, che data ormai da alcuni decenni, e per questo anch’io vi seguirò con affetto e sincera stima.  Per cio’ che riguarda le ultime scoperte ritrovate nel bosco tra Casarosa e Casa Bastone assistiamo ad un avvicinamento decisivo verso il reticolo dei valichi di alta quota tra la pianura quaternaria e l’Appennino.  Ora, a mio parere, occorrono incisioni, lettere e marchi, come quello su frammento fittile trovato per caso nella massicciata della strada per poggio Castiglioni. Tocca a voi, cari amici, l’onore di rintracciare quella semplice leva che dovrà illuminare il senso di tutta la ricerca diventata ormai parte di noi.”

Cosi’ mi piace ricordarlo:  in cammino con lo zaino in spalla sui sentieri della sua Calvana,  mentre ci indica le specie piu’ particolari di orchidee selvatiche, e ci racconta la storia di quelle chiesine che si trovano  sparse nei nostri poggi e di quelle mura misteriose che  incontriamo nel cammino.

 

Buon viaggio Sergio

 

 

 

 

 

 

 

 

Novembre 2016

L’Antico Lavatoio di Carteano

Ripulito e reso di nuovo visibile e fruibile da noi del Gruppo Archeologico "L'Offerente"

 

 

Il borgo di Carteano  è situato a 160 metri sopra il livello del mare, nella zona Nord di Prato sul lato collinare alla sinistra del fiume Bisenzio, sulla strada Etrusco Romana che da  Filettole conduce a Canneto.

Nucleo antichissimo, forse fondato dai Romani  (il nostro gruppo archeologico alcuni anni fa ritrovo’ in quella zona alcuni tumuli di epoca imprecisata e una  cisterna, che chiamammo “Fonte Sacra”).

In seguito la zona fu presidio longobardo. La  chiesa di San Paolo che domina il borgo conservava fino a pochi anni fa,al suo interno la famosa Madonna del Rosario: stupendo dipinto della scuola di Giotto, ora al museo dell’opera del Duomo.  Lo stesso  culto verso San Paolo, santo che fu convertito al cristianesimo, potrebbe significare una somiglianza con le popolazioni longobarde convertite alla fede cristiana.
La zona di Carteano è ricca di acqua e di vegetazione e per questo  nel  XVII secolo si decise di progettare un Condotto Reale delle Fonti.

 

Il piano della  captazione delle acque dalle sorgenti di Carteano, del Palco e di Filettole, sulle pendici della Calvana, era stato elaborato nel 1639 dall’allievo di Pietro da Cortona, Bernardino Radi (Cortona, 1581 - Roma, 1643), cui subentrò nel 1641 l’ingegnere granducale Alfonso Parigi (Firenze, 1606-1656), deceduto prima del termine dei lavori, conclusi dall’architetto e scultore Ferdinando Tacca (Firenze, 1619-1686).

Il programma iniziale del Condotto Reale delle Fonti prevedeva di raggiungere una fontana pubblica nel centro cittadino e includeva un circoscritto numero di allacciature.

Tutta l’operazione venne finanziata dai Ceppi, con il concorso di alcune facoltose famiglie pratesi che «pur di aver una qualche particella di acqua in casa si erano offerte di contribuire nelle spese».

Le fonti storiche cosi’ descrivono il primo tratto:  “ il condotto prende le mosse dalla “Conserva di Carteano”, da cui attingevano l’acqua un abbeveratoio e un lavatoio, seguiti dal “vivajo della chiesa”.

 

Il Lavatoio di cui ci siamo occupati è inserito tra la chiesa e il borgo.

Quando siamo arrivati, nel settembre 2016, il manufatto da tempo versava in uno stato di degrado in conseguenza della crescita di molte piante infestanti, completamente coperto da terra di riporto e in  stato di abbandono;  così ci siamo attivati per cercare di preservare questa significativa testimonianza di vita vissuta, appartenente al passato di questa piccola frazione.

 

 

 

 

 

 

Per prima cosa abbiamo riportato alla vista gli splendidi muri a secco che contornano il manufatto e il corridoio di accesso, quindi siamo passati alla ricerca dei gradini di accesso ed infine della base del lavatoio e del selciato originale, che su piano inclinato permetteva all’acqua piovana di andare fino allo scarico in fogna.

 

 

 

 

 

 

Il Lavatoio come Monumento e Memoria Storica. Non un lavatoio astratto, ma quello vero, quello che ha visto la fatica e il sacrificio delle lavandaie, ma anche uno dei pochi luoghi di aggregazione femminile nel quale le donne potevano andare senza essere accompagnate, quello che ha udito storie di vita, i pettegolezzi, la voce di quei bimbi che le mamme dovevano portarsi dietro.

Il lavatoio è un piccolo manufatto e potrebbe apparire a molti oggigiorno come cosa inutile, da nascondere, da eliminare, ma in realtà è una testimonianza concreta della vita sociale delle passate generazioni.

Per queste ragioni gli antichi lavatoi dovrebbero essere conosciuti, tutelati ed apprezzati come siti storici, secondo le direttive emanate anche dall’Unione Europea.

 

Questo è il contributo che il G.A.O. offre a questa  causa (Novembre 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

16 Ottobre 2016

16 ottobre 2016   “ LA MARCIA GIUSTA 2 ”

 

 

 

Si è svolta  Domenica 16 ottobre 2016 la seconda camminata o marcia per Gonfienti , organizzata anche quest’anno dal “GRUPPO DI VIGILANZA IN DIFESA DEGLI SCAVI DI GONFIENTI ”  guidati da Maila Ermini e il prof. Giuseppe Centauro.

Anche noi del Gruppo Archeologico L’Offerente  (G.A.O.) abbiamo aderito all’ iniziativa e, insieme ad un manipolo di una trentina di irriducibili sostenitori della salvaguardia del sito etrusco,  in una splendida giornata quasi estiva siam partiti da piazza del Comune,  con tanto di locandina spillata  per far conoscere la motivazione della marcia, per il rituale attraversamento della città per poi immettersi sulla ciclabile ed arrivare davanti ai cancelli della Domus  e della Città Dimenticata.

Il giorno scelto  coincideva con quello dell’inaugurazione del nuovo centro dell’Arte Contemporanea “Luigi Pecci”  finanziato e sostenuto da  Governo, Regione  e Comune,  amplificato dai media da diversi mesi e che sapevamo avrebbe richiamato un folto pubblico, e notevole era il contrasto con il nostro piccolo ma motivatissimo  gruppo che camminava a pochi metri di distanza  da quell’evento .

Le sorti della città Etrusca ad oggi  sembrano segnate:  In questi giorni siamo venuti a conoscenza che i pezzi pregiati sono già in deposito a campi Bisenzio nel  futuro museo archeologico di Rocca Strozzi,  e con il rischio  che il 24 Ottobre venga stabilito il passaggio allo Stato sia dei terreni che del Mulino Ginori (dove sono in deposito molti altri reperti),  e quindi che sia molto piu’ difficile anche l’ipotesi del Parco Archeologico.

Pensare che sarebbe una grande opportunità per la nostra città avere a poca distanza un museo e un parco a testimonianza delle nostre origini,  e un centro di arte contemporanea per progettare la città del Futuro.

Ci piace sperare che la nostra piccola testimonianza  e la giornata di sole possano  dissolvere le molte ombre che ancora avvolgono il futuro della città sul Bisenzio.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 







 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In concomitanza con l’evento di cui sopra la nostra associazione (G.A.O.) ha voluto esprimere tutta la sua delusione e indignazione per il trasferimento dei reperti di Gonfienti a Campi Bisenzio con un comunicato inviato ad alcuni giornali cittadini con richiesta di pubblicazione, che riportiamo integralmente qui di seguito :

 

"Questa notizia del trasferimento dei reperti di Gonfienti fuori del territorio cittadino non può non colpire ed addolorare chiunque di Prato abbia un minimo di interesse per la sua città e per la sua storia; quando poi quest’interesse è quasi ventennale, quando si è assistito in prima persona al ritorno alla luce della città etrusca, si è contribuito attivamente alle ricerche in loco, e si è seguito per lunghi anni con passione lo svolgimento della vicenda avendo sempre in mente i benefici che ne avrebbe potuto trarre la nostra città, ci si sente veramente mortificati e defraudati di un qualcosa di inestimabile.

Così ci sentiamo ora noi del Gruppo Archeologico l’Offerente: noi che dal 1994 abbiamo ricercato antiche tracce della nostra storia, alcuni di noi erano ragazzi quando hanno cominciato a segnalare importanti scoperte, noi che abbiamo contribuito fortemente alla realizzazione della Carta Archeologica della nostra Provincia, noi che siamo andati per anni nelle scuole a raccontare ai bambini le bellezze e le prospettive della città etrusca;  anni e anni al servizio della nostra città senza mai chiedere un euro solo per puro entusiasmo e sfrenato amore per Prato.

Abbiamo incontrato tutti gli assessori alla Cultura da 1994 ad oggi, abbiamo lottato con tutte le nostre forze per poi venire ripagati in modo così insopportabile: vedere il patrimonio archeologico culturale di proprietà di tutti i pratesi volare in un’altra città che c’entra ben poco con Gonfienti. Vogliamo chiarire: le indagini effettuate fino ad ora non sono state fatte nel territorio del comune di Campi, quindi si sta parlando di reperti rinvenuti nel comune di Prato, tranne i manufatti dell’età del bronzo raccolti durante la costruzione della strada Perfetti-Ricasoli (che comunque, detto per inciso, sono stati segnalati da noi).

Allora, considerando tutto questo, come si fa ad accettare la realizzazione di un museo in un comune dove i materiali storici non sono stati reperiti all’interno dei suoi confini comunali ?  Sia chiaro, questo non è campanilismo, per noi resta valido il principio che i reperti archeologici non vanno portati fuori dal contesto nel quale sono stati trovati, altrimenti si fa un torto alla verità, alla storia di quel territorio.

I più anziani di noi conservano ancora l’amaro ricordo di quello che avvenne dopo la mostra sull’ Archeologia Pratese del 1974 (guarda caso, è terminata da poco la mostra a Palazzo Pretorio) : alcuni reperti andarono a Carmignano, altri non si sa che strada abbiano preso. Desideriamo ardentemente che non succeda la stessa cosa ai ritrovamenti di Gonfienti.

A questo punto pretendiamo delle spiegazioni; il contentino del Parco Archeologico non ci basta, ci sembra solo una bella pratesata.  Che senso ha un Parco Archeologico senza un Museo locale, un Museo che possa contenere tutti i reperti che sono stati trovati nell’ambito del suo territorio ? Quel Museo dell’Archeologia pratese di cui si parla da anni e che le varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo non sono mai state capaci di realizzare. Invece di lottare per difendere il nostro patrimonio, noi lo barattiamo per chissà che cosa.  ALLUCINANTE !! "


Il Gruppo Archeologico "L'Offerente"

 

 

 

 

 

 

19 Marzo 2016

L'ombra degli Etruschi - Museo di Palazzo Pretorio

 

 

 

 

Tempi lenti dell'archeologia a Prato ....

L'ultima mostra sull'archeologia a Prato risale al settembre-ottobre 1974 e si intitolava  " Prospettive dell' Archeologia Pratese" : reperti dal Paleolitico al Medioevo; la sede della mostra era stata concessa dalla comunità francescana del convento di San Domenico.

L' iniziativa, nata dalla collaborazione fra l'allora Azienda  Autonoma di Turismo e il Gruppo Archeologico di Prato con la supervisione della Soprintendenza dell'antichità dell'Etruria, voleva appunto dare delle prospettive e delle indicazioni per futuri studi e ricerche sul nostro territorio.

La manifestazione ebbe un grande successo, tanto che ancora adesso è ricordata fra gli addetti ai lavori, e gran parte della riuscita di quella manifestazione fu dovuta all' efficacia della collaborazione fra i vari enti e gruppi,  che si muovevano su piani diversi di competenze, ma animati da un comune interesse per la ricerca e la conservazione del patrimonio storico e culturale.



Sono passati 42 anni da quell'evento, alcuni enti e gruppi sono spariti, altri nuovi sono stati creati, e molti responsabili della Soprintendenza si sono alternati alla sua guida;  una flebile fiammella si è mantenuta accesa, grazie alla costanza e alla passione di alcuni studiosi e del  Gruppo Archeologico l'Offerente che ha continuato, fra mille ostacoli, la capillare  ricerca sul campo. Poi nel 1996 è stata scoperta a Gonfienti " la città etrusca sul Bisenzio" che avrebbe dovuto dare linfa nuova a tutta una serie di iniziative e opportunità per la città , ma delle quali per ora non è rimasto altro che parole nel vento.



Siamo così arrivati a questo Marzo 2016.   Da Marzo a Giugno si è aperta a Palazzo Pretorio la mostra " L'ombra degli Etruschi " : Una produzione unica. Oltre trenta preziosi reperti, alcuni mai visti, una produzione di pregio tra cippi, stele e bronzetti per raccontare una storia ricca di suggestioni, che ricostruisce le lontane radici culturali di quest’area della Toscana, passando per Prato con  la città di Gonfienti.



In mostra dieci bronzetti e 24 monumenti in pietra (cippi e stele) decorati a rilievo, appartenenti a famiglie gentilizie che ponevano sulle proprie tombe l’immagine di se stesse, quella che volevano trasmettere all’esterno.  Si tratta delle “pietre fiesolane”, una delle produzioni che meglio caratterizzano un’ampia porzione di territorio fra pianura e collina dal Mugello alla Val di Sieve, dall’area fiorentina e fiesolana fino a quella pratese e pistoiese. La mostra riunisce per la prima volta in una sede unica i pezzi più pregiati in funzione della loro rappresentatività sul territorio.

 

 

 

 

 

 

 

La sezione  (figure di bronzo ) è dedicata all’universo del sacro, riconducibile all’area dove nel VI secolo A.C. venne fondata la nuova città di Gonfienti, testimoniata da figure di devoti in bronzo e dalle raffigurazioni presenti su un’importante kylix (coppa) attica a figure rosse, attribuita al celebre pittore ateniese Douris. La maggior parte del bronzetti votivi proviene da collezione privata (gia' presente alla precedente mostra Prospettive dell'archeologia Pratese) oltre a un inedito che arriva dagli scavi di Gonfienti (area Interporto) e mai esposto finora. Questi manufatti, destinati a un ceto medio “allargato” piuttosto che all’aristocrazia etrusca, venivano prodotti in loco e rappresentavano la dedica dell’offerente alla divinità. Due esemplari si distinguono per l’alta qualità artistica e per la ricchezza dei dettagli: l’Offerente di Pizzidimonte conservato al British Museum di Londra dalla fine dell’Ottocento, di cui si espone una riproduzione, e il giovane nudo, forse proveniente dalla stessa area, facente parte delle collezioni più antiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

 

 

 

 

 

 

Un bell'allestimento, con giochi di luci e di ombre per esaltare i materiali presenti, e una mappa per individuare la collocazione geografica dei reperti.

 


 

 

 

Speriamo che questo evento sia finalmente l'inizio di un vero interessamento e ripensamento di tutta l'area archeologica di Gonfienti, che per ora ha mostrato, quella sì, poche luci e moltissime .... OMBRE.

3 Ottobre 2015 – La marcia giusta

 

 

 

Ecco un’ altra data da ricordare, nel panorama desolante che da troppi anni ormai caratterizza l’argomento Gonfienti, o meglio  la città etrusca sul Bisenzio scoperta in questa località nell’ ormai lontano 1996.

 

Grazie ad una iniziativa promossa dal Gruppo di vigilanza in difesa degli scavi di Gonfienti , sabato 3 Ottobre un drappello di cittadini, una trentina circa, si è radunato in piazza del Comune,  e con il volantino/locandina della manifestazione attaccato sul petto si è diretto a piedi verso il sito.

 

Tutto questo per testimoniare che è ancora vivo l’interesse della comunità pratese  per le sorti di questo importantissimo insediamento archeologico, farne conoscere l’esistenza a chi per motivi anagrafici od altro la ignora, far capire l'importanza di recuperare e rendere fruibile questo patrimonio archeologico.

 

Il ritrovo era stato fissato alle ore 15, la partenza dopo circa mezz’ ora.  L’itinerario era:   Piazza del Comune, piazza delle Carceri, piazza San Marco, Lungo Bisenzio, poi a Gonfienti lungo la pista ciclabile, sosta davanti al cancello degli scavi e ritorno.

 

In testa alla marcia c’era Maila Ermini, attrice e autrice di teatro, e Giuseppe Centauro, architetto e studioso del sito.

Alcune persone si sono poi aggiunte durante il tragitto, sia all’ andata che al ritorno, e grazie anche ad una situazione metereologica particolarmente favorevole, i partecipanti sono stati accompagnati per tutto il percorso da un caldo e luminoso sole autunnale.

 







 

 

 

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28 Giugno 2012 : La Carta archeologica della Provincia di Prato

 

E' un evento che si può ben definire storico la pubblicazione della Carta archeologica della Provincia di Prato - dalla Preistoria all' Età romana -, opera curata da Paola Perazzi e Gabriella Poggesi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la cui realizzazione ha richiesto un impegno distribuito nell’arco di diversi anni e che ha coinvolto varie professionalità e competenze, all'interno e all'esterno della sunnominata Istituzione.

Lo studio, condotto grazie al sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Provincia, è stato presentato il 28 giugno di quest’anno nel salone consiliare della Provincia (palazzo Buonamici); erano presenti, oltre naturalmente le due curatrici, il presidente della Provincia Lamberto Gestri, l'assessore alla Cultura Edoardo Nesi, Andrea Pessina, Soprintendente per i Beni archeologici della Toscana, e Giovannangelo Camporeale, presidente dell'Istituto nazionale di Studi etruschi e italici.

E proprio a quest’ultimo è toccato il compito della presentazione vera e propria dell’opera, compito svolto efficacemente con una estesa ed avvincente esposizione, anche dal punto di vista storico.

Riportiamo dalle “News” del sito della Provincia di Prato del 3 Luglio 2012 :

"Intanto a illustrare la carta archeologica, che finalmente rende giustizia allo straordinario patrimonio di tutto il territorio provinciale grazie al lavoro di Paola Perazzi e Gabriella Poggesi, è stato uno dei numi tutelari dell’archeologia italiana, il professor Giovannangelo Camporeale. Proprio da Camporeale è venuto un nuovo, rilevante, riconoscimento per Gonfienti, come decisivo e potente (anche perché ricco dei pedaggi che venivano pagati) centro etrusco di collegamento negli spostamenti di persone e merci dall’Italia centrale a quella settentrionale. L’etruscologo ha messo in evidenza “il filo rosso”, documentato dalle contaminazioni con gli arredi delle tombe del Carmignanese e con resti di vasi, che collega Prato all’area volterrana. In questo quadro, secondo il soprintendente regionale Pessina, la carta archeologica costituisce “una rivelazione e un trampolino di lancio verso la nuova avventura dell’archeologia pratese, un seme gettato da far fruttificare tutti  insieme”.

(Per riascoltare la presentazione della Carta archeologica dalla voce del professor Giovannangelo Camporeale, clicca qui)



Per quanto riguarda l’aspetto prettamente tecnico dell’opera, citiamo dalle News del 26 Giugno dell’ “Istituto italiano di Preistoria e Protostoria” :

"La Carta Archeologica della Provincia di Prato dalla preistoria all’età romana” costituisce uno strumento di conoscenza della realtà archeologica del territorio pratese aggiornato al 2011, che coniuga le esigenze della tutela dei beni archeologici con quelle della valorizzazione. Il progetto, condiviso fin dall’inizio e finanziato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e dalla Provincia di Prato, ha previsto un impegno pluriennale da parte di una équipe composta da due archeologi ed un topografo, diretti dai curatori del volume. I risultati della ricerca potranno essere facilmente utilizzati anche dalle Amministrazioni locali, per la pianificazione dello sviluppo del territorio e per una auspicabile valorizzazione culturale delle conoscenze più significative. Il repertorio delle presenze ordinato per Comuni, è corredato da cartografia su base CTR sia a stampa che informatizzata: otto carte georeferenziate, comprendenti un foglio d’insieme 1:50.000 con indicazione delle presenze archeologiche, delle relative fasce di rischio e delle aree vincolate , con alcuni ingrandimenti per le zone a maggiore densità di presenze; 7 fogli in scala 1:25.000 per ciascun Comune. Il corredo cartografico è consultabile in formato digitale nel CD allegato (formato PDF)".

Ed ancora dalle News della Provincia di Prato :

“Nella Carta, pubblicata con l’impegno anche finanziario dell’assessorato alla Cultura della Provincia, confluiscono anni di ricerche, studi e segnalazioni. L'opera, circa seicento pagine arricchite da un esauriente apparato cartografico, mette a fuoco il territorio di Prato, ma consente anche di guardare oltre i confini provinciali, verso le aree transappenniniche, la piana e le colline pistoiesi e fiorentine e il collegamento con la costa tirrenica, riconoscendo dunque al territorio pratese la naturale vocazione di controllo dei transiti e di comunicazione di merci, persone e idee.”


Ma la presentazione della Carta Archeologica è stata anche l’occasione per tornare sulla  problematica attuale di Gonfienti, problematica che inevitabilmente è riemersa durante lo spazio concesso alle domande del pubblico (Maurizio Bini, del G.A.O.);  ancora dalle “News” :

“Nel corso dell’iniziativa si è parlato anche del futuro di Gonfienti, alla luce dell’intenzione, manifestata dalla società per l'Interporto, di cedere l’area archeologica. “Anche se i terreni dell’area archeologica venissero venduti – ha assicurato il soprintendente Pessina – i vincoli di tutela restano tali e sono rigidissimi”. Non solo: la possibilità di esercitare il diritto di prelazione in fase di vendita potrebbe favorire un intervento pubblico. Certo, c’è da fare i conti con la scarsezza di risorse. Intanto la Provincia – come hanno ricordato Gestri e Nesi – insieme ai diversi Comuni interessati ha candidato il recupero della viabilità di accesso al sito archeologico al riconoscimento di un finanziamento regionale. E grazie a un protocollo d’intesa con la Fondazione Cassa di risparmio vengono messi a disposizione duecentomila euro per l’intervento di messa in sicurezza.”


….. A proposito di Gonfienti – dice Pessina – “vi sono le premesse per la costruzione di un Parco Archeologico o comunque la realizzazione di una mostra che illustri i risultati veramente notevoli di questo scavo.

Poggesi : “.… lavorare tutti insieme per progettare un vasto Parco Archeologico del Territorio che rendesse conto delle varie realtà ….. ritrovarsi tutti insieme ad un tavolo tecnico, …. la Provincia di Prato, la Regione toscana e il Ministero attraverso la Soprintendenza per pensare a qualcosa di importante, a dare vita ad una parte di Parco, a restituire alla comunità la fruizione dei materiali (di Gonfienti)"

E’ emersa dunque ancora una volta la necessità improrogabile di un Museo cittadino, una mostra permanente che dia possibilità alla popolazione della “fruizione dei materiali" (i reperti degli scavi archeologici); non è più tollerabile che un Pratese, per vedere qualcosa di Gonfienti, sia costretto ad andare a Villa Corsini, nel migliore dei casi.

Ed ancora una volta il nostro gruppo (“l’Offerente”) ripropone una vecchia idea:  adibire a Museo del Parco Archeologico di Gonfienti quello che è l’attuale laboratorio di restauro dei reperti stessi:   il Mulino Ginori. (vedi anche nel sito alla pag. : I NOSTRI ARTICOLI SUI GIORNALI l’art. “Mostriamo Gonfienti ai bambini”)

 

Domenica 5 Ottobre 2014 : Riapertura di Gonfienti

 

La notizia apparsa il 1° Ottobre sulle News di Google nella sezione dedicata alla cronaca locale aveva un  titolo di quelli che fanno saltare sulla sedia,  perlomeno coloro che sono appassionati dell’ argomento:  “L'insediamento di Gonfienti apre le porte dopo il restauro”, e continuava così:  “ Domenica 5 ottobre l'associazione pratese "Amici dei Musei" organizza questa spettacolare visita a cielo aperto …. Il territorio di Gonfienti fra l’età del Bronzo e l’età etrusca.  Domenica 5 ottobre (ore 15) sarà possibile visitare – se le condizioni meteorologiche lo consentiranno – uno dei complessi residenziali dell’insediamento etrusco arcaico di Gonfienti, individuato a partire dalla seconda metà degli anni Novanta a seguito della realizzazione dell’Interporto della Toscana Centrale….”

C’era da non credere ai propri occhi, perché un evento di questo tipo non si verificava da tempo immemorabile;  però, pensandoci bene, nei mesi precedenti c’erano state alcune notizie che avevano fatto pensare che qualcosa si stava muovendo:  Il Consiglio Regionale della Toscana aveva deliberato l’acquisto dell’ intera zona archeologica di Gonfienti  attualmente proprietà della società Interporto,  dando luogo così all’inizio di un percorso dal privato al pubblico, condizione necessaria per eventuali  finanziamenti;  e pochi giorni fa infatti era stato firmato un protocollo d’intesa tra la Regione ed il Comune di Prato per finanziare, tra le altre cose, anche l’ampliamento di Gonfienti , in cui ci si proponeva di realizzare un intervento di miglioramento dell'area archeologica della zona suddetta, creando una "Rete per l'Archeologia" che avrebbe consentito “un effetto di valorizzazione reciproca tra l'area di Gonfienti e quella limitrofa di Carmignano.”

Bisogna ricordare inoltre che era già scaduta da qualche mese la data termine dei lavori di ripulitura e consolidamento delle strutture del lotto 14, la ben nota villa, o Domus, etrusca. Questa opera di primo intervento era stata annunciata l’anno scorso dal presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri, dopo avere avuto l’assicurazione della Soprintendenza ai Beni archeologici della Toscana, e la garanzia economica da un accordo tra Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio.

Comunque sia, onore al merito agli Amici dei Musei che, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici, hanno organizzato in corrispondenza dell’ XI  Giornata Nazionale della loro Associazione questo bellissimo evento,  con il titolo “IL MUSEO CHE NON C’E’”, titolo quanto mai emblematico  per quanto riguarda la nostra città.

Il programma  della giornata era riportato nell' invito/locandina che segue:

 



Commentando  a caldo lo sviluppo della visita di Domenica, la prima impressione che abbiamo avuto è che neanche gli organizzatori si aspettassero un affluenza di pubblico così alta: la partecipazione avrebbe dovuto essere su prenotazione, ma a fine giornata alcune stime parlano di circa quattrocento persone.

Gli archeologi si sono dovuti così suddividere il lavoro: a fare da guida c’erano la Dott.ssa  Gabriella Poggesi, il Dott. Giovanni Millemaci e la Dott.ssa Lucia Pagnini.

Come ci si poteva aspettare, sempre alto il livello di interesse e d’attenzione dimostrato dal pubblico intervenuto;  le domande si susseguivano :  - E la necropoli ? -  .  - Quali erano i rapporti della città etrusca con Marzabotto ?- , - Sotto i locali dell’ Interporto ci saranno altri resti etruschi ? –

 

 

 

 


Alla fine del tempo dedicato all’osservazione dei resti della villa etrusca, i partecipanti si sono diligentemente avviati al Laboratorio di restauro situato nell’ex mulino di Gonfienti, distante circa 10 minuti di cammino, e diligentemente anno atteso il loro turno per vedere la ricostruzione ridotta del tetto della Domus (venivano fatti entrare a piccoli gruppi).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Infine, come da programma, sono stati fatti entrare nella sala conferenze dove hanno potuto ammirare alcuni dei reperti ritrovati negli anni in cui si è scavato (c’era anche la famosa kylix di Douris), ed ascoltare le esposizioni della Dott.ssa  Paola Perazzi, della Dott.ssa Poggesi e l’intervento dell’assessore alla Cultura Simone Mangani.

Degna di segnalazione la relazione tenuta dalla Dott.ssa Perazzi, la quale ha ricordato al pubblico presente che Gonfienti non è importante solo per gli Etruschi: nella campagna di scavi che è seguita alle prime scoperte sono venuti alla luce anche i resti di un villaggio dell’Età del Bronzo di circa 4.000 mq di estensione,  il più grande della Toscana. In particolare, in questo contesto è stata trovata dell’ambra, e ciò farebbe supporre che Gonfienti si trovasse lungo il percorso del commercio di questa preziosissima resina fossile proveniente dal Nord Europa, e avesse quindi contatti con la Romagna costiera e le terre al di là degli Appennini;  insomma una posizione strategica già nel periodo del Bronzo Medio, dunque già diversi secoli prima della città etrusca.

Concetto questo ribadito dalla Dott.ssa Poggesi  nella sua relazione, che poi ha messo in evidenza la complementarietà  tra la zona carmignanese, con le sue necropoli di Comeana, Prato Rosello, (città dei morti), e Gonfienti (città dei vivi), e la necessità di un continua manutenzione del sito, accompagnata  per quanto è possibile da una fruizione che è mancata nel passato per troppo tempo, con visite guidate, etc…

Di questo ha parlato poi anche l’assessore Mangani, il quale, dopo aver accennato brevemente all’ accordo tra il Comune di Prato e la Regione, ha preannunciato un programma di visite guidate per le scuole da effettuarsi entro Natale.

Nel frattempo su uno schermo veniva proiettato un filmato sulla città etrusca e sulla sua storia, passata e presente.

 


 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Volendo a fine evento trarre un bilancio di questa Domenica 5 Ottobre,  il giudizio non può essere che positivo, al punto da farci dimenticare, almeno per un giorno, tutti questi anni di disattenzione pressoché totale, e farci sperare in un nuovo inizio, in una nuova rinascita, dopo quella dell’ormai lontano 1997, di questa città che nello stesso luogo dove ora siamo noi molti secoli fa ha vissuto e prosperato.

GONFIENTI : Convegno del 5 Giugno 2012

A distanza di un anno dalla conferenza del 21 Giugno 2011, alla Biblioteca Lazzerini si torna a parlare di Gonfienti.

Anche quest’anno dobbiamo rendere merito per l’evento all’  Associazione  “Via Etrusca del Ferro”, che ne ha curato la realizzazione e l’organizzazione, e anche quest’anno la manifestazione è avvenuta in concomitanza con la tappa pratese dell’  archeo-trekking “Etruscan Trail”, la passeggiata transappenninica che si propone di ripercorrere un tratto degli antichi itinerari del commercio del Ferro al tempo degli Etruschi.

Gli argomenti  dell’incontro  di quest’anno erano diversi, e diversi erano i relatori : riportiamo qui di seguito il programma  del convegno :

 

Qui  sotto riproduciamo una pagina del settimanale “Metropoli”, uscito il 15 Giugno, che con un articolo dedicato riassume molto bene i vari interventi  ed a cui vanno i nostri ringraziamenti.

È possibile avere una visione migliore dello stesso in formato PDF cliccando qui :