....... LA VOCE DELL'ANTICA PIETRA VINCE IL SILENZIO DEI SECOLI …..

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Chi siamo

Gruppo Archeologico L'OFFERENTE



 

Ancora oggi, a distanza di molti anni dalle prime perlustrazioni sui nostri poggi, continuiamo a chiederci quasi settimanalmente cos'e' che ci spinge la mattina presto a alzarci, riempire lo zaino fino all'inverosimile con tutti gli strumenti atti alle indagini sul campo e partire con qualsiasi situazione metereologica  verso le zone che di volta in volta attirano la nostra attenzione.

La risposta probabilmente, oltre alla passione per l'archeologia e per tutto quello che attiene alle nostre radici, e' in quel bisogno di immergersi per qualche ora in quei silenzi rotti solo da suoni naturali come il cinguettìo degli uccelli, il gracidare delle rane, lo scorrere dell'acqua nei rigagnoli o torrenti o il mulinare del vento fra le rocce;  e' nell'incontro con lo scoiattolo che ti scappa  tra i piedi, del capriolo che ti spia da lontano e dello svolazzìo improvviso dei fagiani impauriti.  In un mondo che corre sempre piu' veloce, occupati solo a consumare:  abiti, cibi, luoghi ed emozioni,  abbiamo riscoperto il piacere delle  piccole cose come il passeggiare lento, immersi nella natura con la consapevolezza di essere  Iì  in quel momento e la possibilita' di meravigliarsi dei piccoli grandi spettacoli che solo la natura sa offrire,  o il piacere dell'incontro con altre persone, anche loro probabilmente cercatori inconsci, con cui si crea subito dialogo, scambio di opinioni e di sensazioni,  cioe' quello che si definisce l'entrata in sintonia.

Il  mettersi in cammino in questi ambienti aiuta la riflessione e il silenzio fa riscoprire la necessita' della lentezza, del rispetto di sè stessi e degli altri, del costruire relazioni al di la' delle parole.

Una droga benefica, una vera e propria rivoluzione dell'andare....

Buon lento cammino.

Franco Focosi,  Fratti Giacomo

 



Il Gruppo Archeologico "L'Offerente" (G.A.O.)  nasce nel Marzo del 1994 per volontà di Maurizio Bini e Alberto Bonaiuti.

Già da alcuni anni prima quindi della scoperta della città etrusca di Gonfienti avvenuta nel 1997, avvenimento che senz'altro ha dato grande impulso allo sviluppo dell'interesse per l' Archeologia nella nostra città, la nostra associazione aveva iniziato la sua attività di indagine sul territorio pratese.

Sin dall' esordio le ricerche si sono svolte nelle zone a Nord di Prato, intendendo con questo, il Monteferrato, la Calvana e la Val di Bisenzio. I risultati delle ricognizioni condotte sino ad oggi, dimostrano, una volta di più, che l'Uomo ha sempre popolato le nostre zone fin dall'antica preistoria, smentendo almeno in parte, la teoria "del Lago", con la quale si vuole negare a priori la presenza umana nella piana pratese, dando così l'origine di Prato a partire dall'Alto Medioevo.

Materiale fittile protostorico, reperti paleolitici e mesolitici, ritrovati un po' in tutta la piana, ma soprattutto nei rilievi collinari e montuosi del pre-appennino pratese, dimostrano che le presenze dell'Uomo a Prato sono molto più antiche di quanto sostenuto fino ad ora.

Purtroppo, a tutt'oggi, queste scoperte non sono state ancora pienamente comprese e valorizzate e la nostra speranza infine, è quella che finalmente anche la nostra città possa ricevere quelle attenzioni in materia archeologica che giustamente si merita.

Gonfienti

Gonfienti di Prato: la città etrusca

 

Alla confluenza tra il torrente Marinella e il Bisenzio, nella parte Est di Prato, incontriamo il borgo medievale duecentesco di Gonfienti (lat. confluentes = confluenza dei due fiumi) dove è stata ritrovata una città etrusca di grandi dimensioni.

La posizione della città etrusca è a sole poche centinaia di metri dal casello A11 Prato Est, è a circa 1,5 km dalla stazione centrale, a 2 chilometri dal centro storico di Prato e a 9 chilometri da Firenze.

La città etrusca sul Bisenzio di Gonfienti venne alla luce nel 1997 grazie alla tempestiva segnalazione di un appassionato di nome Silvio Biagini. La situazione si evolse però durante la costruzione dell' Interporto della Toscana centrale nella zona; mentre si realizzava un bacino di compenso, apparvero infatti muri perimetrali di strutture abitative. Immediatamente iniziarono le indagini da parte della Soprintendenza della Toscana e ben presto ci si rese conto dell' importanza e della grandezza di quest'area archeologica.

Durante gli anni gli scavi proseguirono in altri lotti della zona interessata; gli archeologi individuarono il centro dell'abitato iniziando a scavare una Domus di straordinarie dimensioni (circa 1460 mq).

Si tratta della più grande Domus etrusca conosciuta, basti pensare che le domus di altre città gemelle come Marzabotto, sono di metratura molto inferiore.

All’interno, sono venuti alla luce preziosi reperti: le antefisse in terracotta di produzione locale che ornavano il tetto della Domus, buccheri di pregevole fattura, ceramica attica e il più importante reperto sino ad ora scoperto "la coppa, o kylix di Douris" famoso artista greco di quel periodo, della cui opera abbiamo attestati pochissimi reperti.

Ricordiamoci che l'area di Gonfienti è di circa 13 ettari e per ora solo una minima parte è stata scavata. Nelle immediate vicinanze della città, gli archeologi hanno ritrovato preziose testimonianze dell'età del bronzo con il rinvenimento di manufatti in terracotta di straordinaria bellezza: probabilmente si tratta della civiltà Terramare, popolazioni dell’età del bronzo che si erano organizzate in città.

Ma la cosa che ha fatto di più stupire gli archeologi è l'urbanizzazione e l'orientamento che caratterizzava la città etrusca di Gonfienti e ciò si può notare osservando la disposizione delle strade che attraversavano la città stessa.

L'urbanizzazione era basata rigorosamente sul Cardo e Decumano e tutte le strade della città erano costeggiate da canalette di scolo per il drenaggio delle acque con strade larghe addirittura 10 metri che recano ancora impresse sul selciato le impronte dei carri e dei convogli.

La città etrusca è orientata e inclinata in maniera diversa dal resto dell’urbanizzazione della piana Firenze, Prato, Pistoia, di fondazione romana: Gonfienti infatti ha un’inclinazione Est – Ovest di 45° rispetto alla piana e ciò indica un insediamento precedente e di diversa origine.

Gli studiosi trovavano difficile spiegare questa inclinazione e la scoperta della città etrusca di Gonfienti svela una strepitosa realtà; il territorio pratese per tutto il suo comprensorio era già stato sistemato molto prima da questi opulenti popoli etruschi, conosciuti da tutti come abili bonificatori e anche il sistema delle gore pratesi va rivisto sotto questa nuova ottica.

Alcuni eruditi e appassionati come l’architetto Giuseppe Centauro hanno proposto ipotesi affascinanti, individuando in questa scoperta la mitica città di Camars e che vi sia la possibilità di ritrovare i resti della tomba monumentale di Re Porsenna.

E’ stato anche ipotizzato che questa antica città avesse avuto una grande importanza strategica per la sua dislocazione geografica, in quanto situata proprio a metà del percorso che si suppone seguissero gli Etruschi per trasportare il ferro proveniente dall’Elba, dal porto di  Pisa allo scalo adriatico di Spina. Percorso probabilmente fluviale nella prima parte, sfruttando la navigabilità dell’Arno, e poi terrestre, servendosi obbligatoriamente di qualche valico appenninico per passare dall’Etruria centrale a quella padana. E’ verosimile che questo fosse stato proprio il valico di Montepiano, raggiungibile attraverso la Val di Bisenzio, in quanto più basso ed in diretto contatto con la città etrusca di Marzabotto, considerata gemella di Gonfienti per tipologia di costruzione architettonica.  Le due città avrebbero dunque fatto parte di un unico itinerario, l’antica Via del Ferro degli Etruschi.

Per ora restano solo ipotesi, ma le prospettive di sviluppo sotto l’aspetto culturale che l'area di Gonfienti  può offrire sono veramente notevoli,  perchè attorno alla città etrusca, specialmente sui monti della Calvana, esiste un reticolato di muri giganteschi che si prolunga per svariati chilometri e la cui origine è sempre stata di difficile interpretazione.

Il progetto Gonfienti

 

 

 

 

Servono volontà forti per incentivare investimenti come accade in altre realtà archeologiche della Toscana (navi di S.Rossore a Pisa, il Sodo a Cortona) dove agli scavi e alla manutenzione dei siti contribuiscono banche, enti pubblici e privati.

Di fondamentale importanza è però l'immediata realizzazione di un museo archeologico cittadino che ovviamente contribuirebbe alla tutela, salvaguardia, valorizzazione e esposizione dei materiali raccolti, un museo all'avanguardia in grado di attirare migliaia di turisti, appassionati e studiosi da tutto il mondo, un investimento non solo culturale ma anche di natura economica.